giovedì 25 marzo 2010

Un gioco di parole!


Polisemie (1)

Dalla terza, abbiamo cominciato a raccogliere parole con doppio e anche triplo significato!
Le parole hanno lo stesso "abito" ma per scoprire il loro messaggio, dobbiamo studiare il contesto della frase.

Abbiamo un elenco lunghissimo, ma esaminiamo le parole attraverso un gioco.

Ogni settimana pubblichiamo tre polisemiche. Chi vuol giocare, deve scrivere nello spazio commenti due frasi con i diversi significati!
Vinceranno i commenti più originali o spiritosi!

Si vince: regalo a sorpresa, a cura di Emilia!

Pronti??? Si parte:


  • Sale

  • Campione

  • Riso

Si commenta fino al giorno 1 Aprile!

mercoledì 24 marzo 2010

La storia di Ilmi Pulka


Displaced people (2)

I testimoni della storia: Ilmi Pulka

Mi chiamo Ilmi Pulka, sono nato nel 1962 nel villaggio di Studencian, in Kosovo. Studencian è un paese a 300 metri sul livello del mare, in collina. Ho frequentato le elementari (fino all’ VIII) al villaggio e le superiori a Suarek. Dopo la scuola aiutavo mio padre nel lavoro dei campi; si producevano mais, frumento, uva ed ortaggi e si allevavano pecore e mucche.
Non si trovava lavoro e quindi sono emigrato nella penisola istrian, in Croazia, dove facevo il muratore. In seguito incontrai un impresario italiano e venni a lavorare ed a vivere a Quinto di Treviso. Tornavo in Kosovo due volte all’anno e fu così che incontrai Merita e la sposai. Quando è scoppiata la guerra in Kosovo nel 1999, io mi trovavo in Italia a lavorare e Merita aspettava la nostra prima figlia Hyrisha.
L’esercito serbo invase il Kosovo. I soldati serbi facevano terra bruciata. Gli abitanti del villaggio fuggirono verso l’Albania. Hyrisha sarebbe dovuta nascere a momenti e, in quelle condizioni Merita con i cognati ed i nipotini raggiunse l’Albania a piedi vagando per tre settimane in mezzo ai boschi, al freddo, mangiando quello che si poteva trovare.
Li trovarono proprio i militari italiani dell’O.N.U. e li caricarono su un camion. Dopo un viaggio di dodici ore li portarono in campi profughi dove li sistemarono in una tendopoli.
Venni a sapere della sorte dei kossovari mentre ero in Italia. Partii subito. In Kosovo non si poteva più entrare e cercai per 12 giorni per tutta l’Albania. Avevo ormai perso le speranze di trovarli vivi.
Finalmente sono arrivato a quel campo; mi hanno detto che c’erano dei kossovari scappati dalla guerra. Non li riconoscevo nemmeno: tre settimane senza una doccia!. Mi ha riconosciuto il nipote più piccolo. Sono stato lì due giorni con loro; il terzo giorno ho portato Merita a Durazzo in un albergo. La mattina dopo è nata Hyrisha. Più tardi l’ho iscritta allo stato civile a Studencian. Due mesi dopo ho ottenuto il visto d’ingresso in Italia e arrivammo qui a Canizzano. Siamo tornati in Kosovo a guerra finita dopo un anno. Al villaggio le case erano state bruciate, gli animali spariti, bisognava ricominciare tutto da capo.
C’è sempre il desiderio di tornare per le vacanze e di rimettere a posto la casa. L’anno scorso io e le mie bambine abbiamo ottenuto la cittadinanza italiana. Nel 2008 il Kosovo, dopo 8 anni di controllo da parte dell’O.N.U., è stato proclamato indipendente. Ora è una Repubblica democratica, ha un parlamento formato dai rappresentanti del popolo e la sua Costituzione.

Ode alla casa abbondonata

Le abbiamo fatte "nostre": le poesie più belle... (1)

"Quando si deve abbandonare la propria terra, la propria casa".
Pablo Neruda è unpota cileno del XX secolo, al quale fu assegnato il premio Nobel per la Letteratura nel 1971. Fin da piccolo mostrò interesse per la scrittura. Abbiamo letto infatti la nota "La mia prima poesia" dal suo diario.
Quando scoppiò la guerra civile in Spagna, nel 1936, era console a Madrid, fu cacciato per le sue idee politiche, perse l'amico Federico Garcia Lorca e tornò in Cile, dove diventò senatore. Anche in Cile venne di nuovo perseguitato e dovette fuggire in Argentina. Forse in questa circostanza scrisse "Ode alla casa abbandonata".

...Solo l'ombra
conosce i segreti
delle case sbarrate,
solo il vento respinto
o sul tetto la luna
che fiorisce...

Se vuoi leggere tutta la poesia "Ode alla casa abbandonata", clicca qui sotto.

Famiglie nel XXI secolo.


Displaced people (1)

Abbiamo letto, al Circolo dei Lettori, le nostre biografie.
Dalle nostre storie di vita abbiamo capito che oggi siamo tutti insieme in quinta elementare ma proveniamo da strade diverse.
Se le ripercorriamo alcune ci portano molto lontano…
Quattro di noi vengono da paesi lontani; siamo molto fortunati ad avere in classe questi compagni perché ci hanno fatto conoscere culture, lingue e modi di pensare diversi. Ci interessa sapere cosa ha portato qui i nostri compagni.

Esaminiamo i casi.
Luca è in Italia da otto anni, è nato in Nuova Zelanda: sua madre è italiana e suo padre è neozelandese. Sono tornati in Italia per il lavoro del papà di Luca.
Karhan è nato a Smirne, in Turchia, è in Italia perché il marito della mamma è italiano.
Klea proviene da Valona, in Albania. Prima che lei nascesse, suo padre venne in Italia per cercare lavoro e condizioni di vita migliori.
La storia di Hyrisha è ancora più complessa. Sembra che sua madre sia fuggita da Pristina in Kossovo perché c’era la guerra.
Si è rifugiata in un primo tempo in Albania. Alla fine della guerra. Sono tornati in Kossovo e hanno trovato la loro casa bombardata. Alla fine si sono trasferiti in Italia e hanno trovato casa e lavoro.
Rita non è più con noi perché il papà ha trovato lavoro in Olanda ed ora frequenta la scuola lì.

Molte persone lasciano il loro paese d’origine e si spostano in altri paesi per vari motivi.I motivi possono essere molto gravi come la ricerca di un lavoro e condizioni di vita migliori; in certi casi, perché nel loro paese c’è la guerra.

lunedì 22 marzo 2010

Giù le mani



Parliamone (2) Giù le mani!!!

"Giù le mani", per spiegare che alcuni ragazzi non sanno controllare l’uso delle mani.
Succede anche a scuola: a volte si alzano le mani per gioco, a volte per far valere le proprie ragioni.
Quando i ragazzi, o anche gli adulti, per certe cose non sono d’accordo, invece di parlarne con calma e spiegare tutto, si mettono le mani addosso. E’ la rabbia che ti spinge a picchiare con le mani e con i piedi, dando calci.
A noi succede raramente di picchiarci per rabbia. C’è però l’abitudine di mettersi le mani addosso per scherzo o per gioco. Eppure sappiamo che i bambini che hanno l‘abitudine di mettere le mani addosso, diventano fastidiosi. Ci vorrebbe equilibrio nel toccarsi: come abbiamo imparato fin dalla prima, è bene chiedere anche prima di dare una carezza o un bacio. Certi adulti hanno l’abitudine pensando di essere graditi di dare, come gesto di simpatia, un pizzicotto vigoroso sulle guance!!!! Che fastidio!!!!
Allora, secondo noi, le regole quando si è proprio arrabbiati con qualcuno, sono:
-discutere con calma l’argomento;
-ascoltare a vicenda i diversi pareri;
-trovare un accordo e darsi la mano.
Quando invece si desidera dimostrare la propria amicizia o l’affetto con una carezza, un abbraccio o con un bacio, prima di farlo, è bene chiedere se è gradito.
Sentiamo qualche volta al telegiornale parlare di atti di violenza contro i bambini, anche da parte degli stessi genitori. Noi pensiamo che con la violenza non si risolva nulla. Abbiamo scoperto che non impariamo nulla da uno schiaffo o dalle “botte”.

Grazie a Marco per il disegno!

domenica 21 marzo 2010

Il giardino della scuola



Arte che passione (1)

Spesso l'ispirazione viene dal giardino della nostra scuola.
In autunno gli alberi avevano meravigliosi colori. Questi sono i momenti in cui facciamo scuola anche all'aperto.
Quando non è possibile uscire, allora portiamo la natura in classe e prepariamo delle composizioni di frutta e foglie per poi disegnarle.

mercoledì 17 marzo 2010

Quanto amo la tivù


Parliamone (1)

Ogni lunedì portiamo le nostre opinioni su alcuni argomenti che ci appassionano.
Le discutiamo durante il Circolo dei Lettori.
Il primo argomento "caldo" è il nostro rapporto con la televisione.
D'estate pochissimi di noi guardano la televisione perchè preferiamo stare all'aperto a giocare. Ma anche durante il tempo della scuola, siamo molto impegnati con lo sport e con la musica.
Questa è l'opinione di Erica:
E’ da poco che mi piace guardare la televisione, forse perché adesso capisco meglio la trama dei film, mentre quando ero più piccola non amavo la tv. Guardo quasi sempre un tele-film che parla
di un amore tra una baby-sitter e il suo datore di lavoro che è ostacolato da una ragazza che lo vuole sposare solo per i soldi. A volte mio fratello ed io litighiamo perché uno vuole vedere un film che c’è su un canale e l’altro su un altro, perciò è un po’ una seccatura per me dover vedere i cartoni per bambini. Alle 9.00 devo essere a letto per cui è ovvio che non vedo i film per adulti; anche se il mio parere è che i film adatti alla visione dei ragazzi e bambini vadano in onda quando questi possono vederli, mentre quelli per adulti, quando i ragazzi sono a letto o ad esempio a scuola così solo gli adulti li possono guardare. Questo accade a casa mia. In conclusione devo dire che la televisione mi piace molto, la trovo istruttiva in certi programmi ad esempio nei documentari, mi rilassa, mi fa scoprire dei nuovi termini e mi fa sognare. Mi piacerebbe che i film divertenti che io posso guardare, invece di farli tardi, li facessero durante le ore in cui io posso vederli. Se devo dare un voto per dire quanto mi piace la tv da 1 a 10 dò: ……10!!!!
Ma non tutti sono così entusiasti della televisione: se c'è bel tempo, meglio il gioco; alcuni di noi preferiscono suonare il piano o leggere, durante il tempo libero.
A proposito di trasmissioni per adulti, tutti sono d'accordo che non siano da guardare, anche se qualcuno si dice molto curioso ed interessato a vederle almeno una volta.

Ringraziamo per l'immagine: www.blogmamma.it

sabato 13 marzo 2010

La quinta A





Noi ci vediamo così: ci siamo ritratti durante le nostre attività preferite: lettura e musica.
Questo blog è gestito da: Anna, Beatrice, Claudia, Davide, Erica, Filippo, Francesco, Hyrisha, Karhan, Klea, Lisa, Luca, Marco, Mattia, Mirco, Paolo, Rita e Maestra Emilia.

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La Nostra Pagina

E' il titolo che abbiamo scelto per il nostro Blog.


Il Blog sarà il nostro Diario di Bordo: pubblicheremo testi, discussioni, disegni, poesie e le nostre ricerche storiche.


Abbiamo interessi da condividere con gli amici e con i genitori:
  • Parliamone: le nostre discussioni su argomenti "caldi":
  • Polisemie: abbiamo cominciato per gioco. Cercare parole con molti significati.
  • Desplaced people: storie di famiglie in fuga ... tra XX e XXI secolo, la nostra ricerca storica.
  • La mia città: le nostre scoperte sulla storia sui i tesori della nostra città.
  • Storie di animali: dalla prima ce le raccontiamo, le nostre avventure con gli amici animali! Ora abbiamo deciso di scriverle!
  • Arte che passione: le opere d'arte ispirano! Anche noi ci vogliamo ispirare!
  • Le abbiamo fatte "nostre": le poesie più belle, imparate a memoria.
  • Il Circolo dei Lettori: le sottolineature dai nostri libri preferiti.
  • Moda nell'antica Roma: la nostra di storia antica.

Per navigare nel Blog secondo gli argomenti, seguire il codice dei colori!

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