mercoledì 28 aprile 2010

Sei trendy?

Parliamone(6)

Trendy per dire: alla moda.
Mattia: Secondo me essere alla moda vuol dire, prima di tutto, avere i capelli lunghi perchè vedo che i ragazzi famosi li portano così. Justin Bieber, che è ragazzo canadese cantante di musica pop e R&B. e i Jonas Brother .... Mi piacciono i Jeans larghi e a vita bassa e molto lunghi...
Paul: Anche a me piacciono i capelli lunghi ma non li posso portare perchè in famiglia non sono d'accordo. Per l'abbigliamento la penso come Mattia.
Karhan: Io non seguo mai la moda. La moda cambia troppo in fretta e bisognerebbe spendere troppo denaro per acquistare cose nuove. Io mi sento bene con tutti i vestiti che ho: Jeans, felpe, magliette...va tutto bene!
Se vuoi leggere tutto l'articolo ...

venerdì 23 aprile 2010

Vincent Van Gogh!



Arte che passione (5)

Di Vincent Van Gogh, ci piace tutto!!!

Ci siamo ispirati a "La camera di Arlès", dipinta per il suo amico Theo, per dipingere le nostre camere... abbiamo avuto un po' di problemi con la prospettiva ma siamo contenti del risultato.
Ognuno di noi ha disegnato gli arredi più importanti, per i colori ... ci siamo ispirati a Van Gogh.

Abbaimo studiato i dipinti giallo - blu di Van Gogh. Abbaimo riprodotto i più belli per imparare la sua tecnica!

Per vedere i nostri la
vori su la camera di Arlès, clicca qui:



Per vedere i nostri disegni su "La notte" e "Campi di grano", clicca qui:



giovedì 22 aprile 2010

Paul Cézanne


Arte che passione (4)


Da Paul Cézanne, Arbres et maison (Alberi e casa)

Protagonisti gli alberi con le loro forme e i loro colori.

Tecnica: gessetti su supporto di cartoncino nero.
Per vedere i nostri lavori, clicca qui sotto:

Arcimboldi


Arte che passione! (3)


Arcimboldi dipingeva ritratti con composizioni di fiori e frutta...

Arcimboldi ci ispira!!!
Se vuoi vedere qualche ritratto, clicca qui sotto!

lunedì 19 aprile 2010

Dall'Istria all'Italia

Displaced people (3)

Venerdì 16 aprile, abbiamo ricevuto la visita della signora Giuseppina Mirabile che, raccontandoci la storia della sua vita, ha portato una testimonianza per il nostro progetto:
"Famiglie in movimento tra il XX e il XXI secolo.Giuseppina è nata nel 1937 in Sicilia. Quando era piccolissima, il pastificio dove lavorava il padre prese fuoco, quindi non avendo più lavoro, il padre portò la famiglia a Fiume
dove viveva già un fratello, sperando di trovare una nuova occupazione. Fiume è una città nel porto del Quarnaro, in Istria, oggi Croazia. Allora era una città italiana. Nel 1940 l'Italia entra in guerra. Il padre di Giuseppina deve partire per la sua destinazione; la madre, per guadagnare qualcosa, accetta un lavoro come assistente in una colonia
per bambini a rischio tubercolosi. Così Giuseppina trascorre alcuni anni in colonia. Quando cominciarono i bombardamenti su Fiume, che era un porto importante, gli abitanti
erano più protetti rispetto a quanto stava succedendo a Treviso, perchè la città si sviluppa lungo i fianchi della montagna e i rifugi erano stati costruiti dentro la roccia. Quando la guerra si concluse, Fiume non era più una città italiana ma iugoslava. La Iugoslavia era uno Stato creato dopo la guerra che comprendeva tante nazioni. Furono dettate delle leggi: tutti coloro che desideravano rimanere dovevano avere la cittadinanza croata, parlare quella lingua e dimenticare la cultura italiana. La famiglia decise allora di lasciare Fiume e di tornare in Italia.
Primadipartire dovevano dichiarare cosa avrebbero portato con sè ,veniva un titino che controlava cosa avrebbero portato. Partirono con il treno ed arrivarono a Trieste dove dovettero scendere e trovarono un passaggio sopra un camion che li portò fino a destinazione.
Qui trovarono ospitalità nella casa di un ragazzo che li diede in affito due camere e la cucina.
In quella casa stavano stretti stretti e la sua famiglia voleva una casa solo per loro.
Trovarono una casa a San Lazzaro. La bambina a scuola non si sentiva a proprio agio e la prendevano in giro per il suo accento croato. Gli esuli non si sentivano accettati a Treviso: molti pensavano che avrebbero portato via le case ed il lavoro.Alle famiglie profughe, la scuola donava un pò di denaro come aiuto.

La testimonianza di nonna Pina:

mercoledì 14 aprile 2010

A scuola di democrazia


Parliamone (5)

A scuola di democrazia!
Tutta la classe desidera cambiare gli incarichi e perciò rifare le elezioni: ci siamo presentati alla cattedra e uno di noi ha parlato a nome di tutti. La maestra ha chiesto ad Anna perchè volesse rinunciare al suo incarico di aiuto-maestra. Anna ha risposto che voleva fare esperienza in altri ambiti come la biblioteca.
Si decide allora di votare. L'incarico di aiuto-maestra prevede le funzioni di:
essere di esempio ai compagni con un comportamento adeguato alle situazioni,
sostituire la maestra quando lascia l'aula per breve tempo,
parlare a nome di tutta la classe.
Inizia la campagna elettorale: si propongono come candidate klea e Claudia che presentano il loro programma.
Klea: Vorrei questo incarico perchè mi aiuterebbe a diventare più responsabile. Aiuterò i compagni in difficoltà e cercherò di non fallire come nella precedente edizione.
Claudia: vorrei assumermi questa responsabilità perchè credo di farcela: in genere mi so comportare bene, so farmi ascoltare anche dai maschi.
Karhan chiede se sarà in grado di portare a termine il mandato fino alla fine dell'anno. Claudia spera di farcela.
Terminata la campagna elettorale, si procede con le votazioni.
Ogni elettore può esprimere una preferenza.
Le operazioni di voto sono concluse.
Si procede allo spoglio.
Una scheda è nulla perchè il nome del candidato è accompagnato da "sinistra" e disegni vari.
Finito lo scrutinio, la maestra legge i risultati: Claudia 11 preferenze; Klea 4 preferenze.
Claudia è la nuova aiuto-maestra.
Applausi di incoraggiamento a Claudia.
Applausi a Klea che ha partecipato.
Da oggi Claudia si assume tutte le responsabilità di aiuto -maestra.

Sono stati eletti come capofila Mattia e Francesco.
Il loro è un compito molto importante e impegnativo:
- formare la fila quando la classe si sposta per andare a mensa, all'entrata ed all'uscita da scuola;
- controllare la fila soprattutto quando siamo in uscita didattica in città, il gruppo quando siamo in autobus;
- la responsabilità forse maggiore, durante le prove di evacuazione per incendio o terremoto:organizzazione della fila, controllo del gruppo, verbale della prova.
Applausi a Mattia e a Francesco.

Per vedere le operazioni di voto, clicca qui:
http://www.slideshare.net/emiliapeatini/esercizi-di-democrazia-le-votazioni



martedì 13 aprile 2010

Chi ha tempo non aspetti tempo!

Parliamone (4 ter)
Claudia: Si potrebbero fare i compiti a scuola mentre la maestra è impegnata, quando abbiamo finito un esercizio, mentre aspettiamo che finiscano, in quei momenti aprire il libro e iniziare.
Anna: Potremmo "andare in bagno" negli ultimi minuti della ricreazione cosi' da non perdere tempo durante la ricreazione e dedicare le ultime ore a fare gli approfondamenti.
Luca: A volte, durante lalezione, perdiamo tempo perchè c'è chi chiede di andare in bagno, oppure qualcuno interrompe il lavoro coninterventi "fuori campo", inutili e allora la maestra inizia il suo "fervorino".
klea: La ricreazionelunga è troppo lunga, potremmo dedicare un po' di tempo all'approfondimento
Paul: Dopo ogni argomento nuovo potremmo dedicare dieci minuti all'approfondimento personale
M.Emilia: Se cerchiamo insieme il tempo per studiare a scuola, io posso controllare come lavorate individualmente ed aiutarvi se siete in difficoltà, darvi consigli per il metodo di lavoro.
Claudia: Facciamo il punto:
1) Non perdiamo tempo per andare in bagno durante le lezioni; 2) Cerchiamo di non interrompere il lavoro con argomenti fuori campo oaddirittura con azioni di disturbo 3) Cerchiamo di essere più produttivi e non perdere tempo "aspettando la manna dal cielo".
M.Emilia: Bene, da oggi dedichiamo ogni giorno un po' di tempo allo studio assistito e vediamo come va!

giovedì 8 aprile 2010

Pochi minuti prima della tragedia

Il Circolo dei Lettori:le sottolineature dai nostri libri preferiti (1)

...Gli osservatori guardano in basso e riconoscono i luoghi che hanno studiato sulle carte, durante la preparazione al volo. Ora seguono la linea ferroviaria. Avanti si scorge la stazione, grande come un pacchetto di sigarette, con i fasci dei binari e il cavalcavia. Più avanti il ponte di ferro sul fiume. ... Pronti. ...... Gli apparecchi sono sull'obiettivo. E si trascura che dentro le case vive la gente, molta gente. Forse la piccola città ha più di centomila abitanti, ora che tanti profughi vi si sono rifugiati dalle città vicine. Più di centomila persone cadute nel terrore. Hanno visto le luci e sentito i rumori, e hanno capito.

Il cielo è rosso, Giuseppe Berto

7Aprile 1944 - 7Aprile 2010_Il Palazzo della Ragione




La mia città: le nostre scoperte sulla storia e sui i tesori della nostra città



Il 7 aprile1944, cadde una bomba sul Palazzo della Ragione detto dei Trecento. Il tetto crollò e una parete si inclinò.

Mario Botter, per impedire che il Palazzo fosse distrutto, usò uno stratagemma: fece credere al comando tedesco che alcuni affreschi all'interno del palazzo fossero di Paolo Veronese, un pittore che loro amavano tanto.

Il Palazzo venne restaurato dallo stesso Botter; la parete inclinata fu riportata al suo posto e il tetto fu rifatto con delle travi lunghissime e possenti provenienti dall'Austria.

7 Aprile 1944- 7 Aprile 2010_ zona dei giardinetti di Santa Andrea






La mia città: le nostre scoperte sulla storia e sui i tesori della nostra città (3)

C'era l'antico Palazzo Onigo che si affacciava con il sul parco sul fiume Sile.
Nel vicoletto della Contrada dei bagni era stato costruito un rifugio. Alcune bombe sono cadute proprio nella zona, hanno distrutto il rifugio e la villa. Sono morte più trecento persone.
Ora di tutta la zona è rimasta solo una vecchia casa con quattro finestre verticali ed alcuni alberi centenari. Ci sono ora i giardini di S. Andrea.

7 Aprile 1944 - 7 Aprile 2010_ zona di Piazza Borsa


La mia città: le nostre scoperte sulla storia e sui i tesori della nostra città (2)

Prima della guerra, al posto dell'attuale Piazza Borsa esisteva l'albergo Stella d'oro. L'albergo si affacciava nella via Vittorio Emanuele. Della vecchia visuale ora rimane solo l' edificio liberty sullo sfondo. Il resto è stato bombardato.
Antica toponomastica: Via VIttorio Emanuele, attuale: Corso del Popolo. (Passaggio dalla Monarchia alla Repubblica).
La piazza prende il nome dall' edificio della Borsa.

7 Aprile 1944 - 7 Aprile 2010 Itinerario della memoria



La mia città: le nostre scoperte sulla storia e sui i tesori della nostra città (2)

Le più grandi trasformazioni dell'aspetto della città sono intorno alla Stazione. Infatti quello era l'obiettivo del bombardamento era la linea ferroviaria.
La vecchia stazione non esiste più. Della vecchia via Roma permangono:il filare di alberi a destra, ora più grande e maestoso, la strada, le colonne del portico a destra e, sullo sfondo, il campanile San Martino.

martedì 6 aprile 2010

Mi piace fare i compiti quando piove!

Parliamone (4 bis)

Ho corretto qualche errore di battitura del vostro post e "giustificato". Domani vi insegnerò come si fa.
Ho apprezzato la sincerità con la quale avete ammesso che i compiti a casa non piacciono a nessuno, contemporaneamente tutti pensate che "facciano bene", come una medicina sgradevole ma che porta alla guarigione.
Comincerei proprio da questo punto. Perchè i compiti fanno bene?
Voi siete stati molto chiari: è necessario un tempo per consolidare quello che si sta imparando.
Per consolidare è necessario esercitarsi. Non è forse così per la musica? Con il pianoforte, la chitarra, il flauto ci vuole esercizio quotidiano per acquisire sicurezza; allenamento per essere bravi a basket, a rugby, a Karate. Anche per saper giocare bene è necessario l'esercizio.
Anche a scuola non è sufficiente avere buone intuizioni, capire subito e capire da soli. Poi bisogna esercitarsi per acquistare sicurezza.
Per questi motivi voi siete d'accordo nel dire che i compiti "fanno bene".
Marco ha centrato il problema: otto ore di scuola, quaranta la settimana dovrebbero essere sufficienti, non solo per le scoperte ma anche per consolidare le conoscenze.
Io sono d'accordo con voi.
Allora adesso aspetto le vostre proposte per impiegare al meglio queste otto ore di scuola, per non perdere tempo.
Questo sarà il nostro prossimo argomento di discussione:
Chi ha tempo, non aspetti tempo.
Emilia

Ma quanti compiti, prof.!!!

Parliamone (4)

A che cosa servono i compiti???
Ecco la risposta: servono per rinforzare le conoscese che possediamo già o che abbiamo appena imparato a scuola.
Nel mondo ci sono dei ragazzi che amano fare i compiti e che ne vorrebbero sempre, ma ci sono anche quelli che esattamente al contrario non li vorrebbero neanche fare. Io credo che i compiti facciano bene a tutti perchè come ho detto prima rinforzano le nostre conoscenze.
Se devo dire il vero a me i compiti non piacciono:non ho mai voglia di farli, perchè il tempo che uso per fare i compiti lo vorrei usare giocando andando a fare una passeggiata.

Erica

Nel tempo libero non vorrei fare i compiti ma vorrei giocare, leggere o andare fuori con gli amici.
Qualche volta mentre faccio i compiti mi rendo conto che li sto facendo male perchè non voglio farli. Durante le vacanze mi trovo sempre all'ultimo giorno a fare i compiti perchè i giorni precedenti voglio giocare e penso "tanto li posso fare domani " e avanti così fin che non mi trovo all'ultimo giorno.
Anna

Anche se i compiti sono necessari, nei giorni di vacanza mi passa un po' la voglia: vorrei divertirmi al posto di fare i compiti. Ci sono anche giornate in cui proprio non riesco a concentrarmi. Ma ci sono anche compiti che mi interessano e mi divertono: quando assegnano una lettura o da studiare.Il mio commento finale è che i compiti sono molto utili ma da assegnare senza esagerare.
Claudia

Uffa i compiti! Quanti litigi con la mamma perchè non vorrei mai fare le lezioni per casa.Mi sembra giusto dare compiti ma nella maniera giusta anche perchè la mia scuola è a tempo pieno e alcuni bambini possono avere impegni con la musica, sport e familiari.
E' importante che ci sia equilibrio tra studio con il momento di riposo e di divertimento.
Nella mia classe non ci danno molti compiti ma quei pochi che ci danno li dobbiamo fare molto bene. L'importante secondo me è che a scuola si stia bene attenti alle spiegazioni e per me questo è gia un compito importante.
Io sono un ragazzo che quando si mette a fare i compiti prendo spesso delle pause, canto e mi distraggo mentre dovrei concentrarmi di più, così da finire in poco tempo.
Luca

Quando le maestre ci stanno per dare i compiti, faccio il segno della croce e dentro di me mi dico "maestra pre favore non darci tanto da fare ti prego".
I compiti sono una noia perchè invece di divertirmi devo stare serio davanti ai libri e senza avere qualcuno che sta con me. Spero che alle medie o anche alle superiori non ci diano tanti compiti.
Mirco

A volte penso che le maestre ci diano troppi compiti da svolgere a casa, altre invece penso che vadano bene. Possono essere anche difficili ma per me sono quasi sempre facili. Confrontandomi però con altri ragazzi, anche di altre scuole, mi ritengo fortunato perchè capisco che ci sono delle maestre che danno molti più compiti delle mie. Di solito riesco quasi sempre a svolgere i miei compiti anche se mi ritrovo all'ultimo minuto. Penso anche che frequentando la scuola a tempo pieno sia giusto non avere molti compiti.
Mattia

Klea
Sinceramente a me non piace fare i compiti ma capisco che servano per rinforzare le idee sui vari argomenti. Le maestre non dovrebbero darci i compiti perchè noi siamo stanchi e vogliamo avere tempo per giocare.

La cosa che più odiano i bambini sono i compiti. Anche io concordo, ma bisogna farli perchè sono fondamentali: è la colazione del nostro cervello. A volte non li vorrei fare, sono un ostacolo perchè noi bambini vogliamo giocare, non vogliamo stare rinchiusi in camera con libri e quaderni davanti. So di una professoressa di matematica che non dà mai compiti perchè le maestre di suo figlio gli davano un sacco di compiti e lei lo doveva sempre aiutare. Anch'io a volte quando non capisco una cosa mi leggo tante volte e se non ho capito mi faccio aiutare. Il voto che dò ai compiti, da 0 a 10, è 5: da una parte non mi piacciono, dall'altra riconosco che sono un rifornimento per il nostro cervello.
Beatrice

A proposito di compiti, mi ritengo fortunato perchè quando mi confronto con gli amici delle altre scuole capisco che ne ho pochi! Per me i compiti servono a tenerci in esercizio. Secondo me ai ragazzi non piace fare i compiti, tranne a certi detti:"secchioni"!!!
Filippo

Quanti compiti! C'è qualcuno che interpreta quel punto esclamativo comesegno di esultanza... Io no! Penso che quel qualcuno non sia tanto normale perchè pochi bambini amano fare i compiti. Io non sono uno di quelli: faccio parte della maggioranza. Mi piace fare i compiti solo quando piove ma se è bel tempo filo fuori a giocare coni miei amici. Alcune cose le faccio più volentieri: preferisco scrivere piuttosto che studiare.
Davide

I compiti servono per rinforzare la mente. A me non piacciono proprio! Penso a giocare e rilassarmi sul divano. Spesso litigo con la mamma perchè non voglio fare i compiti. A me piacerebbe che i compiti fossero pochi per dare spazio al gioco e al riposo: noi facciamo otto ore di scuola al giorno, quaranta ogni settimana!
Marco

Bene ragazzi, per oggi ci fermiamo qua! Vi ringrazio di essere stati così schietti. Ora faremo insieme qualche considerazione!
Emilia

Sette aprile1944 - sette aprile 2010


La mia città: le nostre scoperte sulla storia e sui i tesori della nostra città (1)


Il sette aprile 1944 la città di Treviso fu bombardata dagli aerei Americani. Gli alleati volevano fermare le vie di comunicazione tra l'Italia e la Germania. Purtroppo le bombe non erano intelligenti e non cadevano nel punto esatto dove si richiedeva. Le bombe hanno semidistrutto la città.
Martedì prima delle vacanze pasquali, in ricordo del bombardamento abbiamo invitato alcuni anziani che erano bambini a quell'epoca e guardato una video proiezione sul sette aprile e sugli effetti del bombardamento. Abbiamo visto e commentato le immagini della nostra città prima e dopo la distruzione. Con le testimonianze degli anziani ci siamo arricchiti di informazioni. Alcune fotografie erano molto tristi e dolorose. Domani sette aprile andremo in città per fare un itinerario della memoria sui luoghi più colpiti e per la cerimonia in Piazza dei Signori.

lunedì 5 aprile 2010

Giochiamo con le parole

Polisemie (2)

Siete pronti per un nuovo gioco di parole?
Chi vuol giocare, deve scrivere nello spazio commenti due frasi con i diversi significati!
Vinceranno i commenti più originali o spiritosi!
Ecco le tre polisemiche della settimana:

  • Lettera
  • Marinare
  • Media

Allora, partiamo!

Si commenta fino al 10 Aprile!
Ricordo di anteporre il proprio nome al commento!!!

Le finestre di Bonnard


Arte che passione (3)

Ci siamo ispirati al tema della finestra in Bonnard. La finestra apre ad un altro mondo. Mette in comunicazione ciò che è interno con l'esterno. Nei nostri disegni, questa volta, abbiamo scelto liberamente l'ambiente interno ed anche ciò che si vede fuori. Di Bonnard amiamo molto i colori.

Per vedere i disegni clicca sul link!

http://www.slideshare.net/emiliapeatini/bonnard-ci-ispira

domenica 4 aprile 2010

Ma tu, che bullo sei?




Parliamone (3) Il bullismo

Il bullismo è un problema che si verifica spesso nelle scuole ed anche fuori della scuola.
Abbiamo sentito raccontare molti episodi di bullismo che ci hanno infastidito.
I bulli sono ragazzi che di solito hanno un atteggiamento da prepotenti: pretendono la merendina dai compagni, li costringono a fare i compiti per loro ... Fanno i bulli perché si vogliono far vedere dagli altri.
Assumono questi comportamenti nei confronti dei propri coetanei, soprattutto con i più piccoli e indifesi, perché in questo modo si sfogano. Molto spesso il bullo non agisce da solo ma in
gruppo aumentando così la minaccia. I bulli hanno spesso problemi all’interno della famiglia o problemi all’interno della scuola. Spesso il bullo è una persona che ha delle difficoltà, e non sta bene con se stesso e con gli altri.
Noi pensiamo che i bulli vogliono far credere di essere i più forti ma, in fondo, sono dei ragazzi più deboli degli altri: forse sono molto soli.
L’intenzione del bullo è quella di spaventare, di mettere paura perché vuole che gli altri pensino che è potente. Il bullo cerca di fare del male ad altri in diversi modi, con le azioni, con le parole, picchiando, provocando minacciando di usare violenza, ecc ...
Questo ferisce, fa sentire impaurito e fragile il bambino preso di mira.
Questi adolescenti andrebbero fermati in tempo, in modo che non diano e creino problemi a nessuno. Pensiamo che ci sia bisogno dell'aiuto della famiglia e degli insegnanti. Soprattutto i genitori devono parlare molto con i figli e spiegare che devono portare rispetto verso i compagni.
Famiglia e la scuola possano educare insieme i ragazzi affinchè questi comportamenti non ci siano più.
Fortunatamente non mi ci è mai successo di essere vittime di un bullo!!!

Ringraziamo per l'immagine: firewolf.megablog/archivio


Picasso ci ispira!


Arte che passione (2)

Abbiamo trovato un meraviglioso libro illustrato con opere di Pablo Picasso.
Ci piacciono molto i colori ma soprattutto come interpreta le forme.
Abbiamo provato anche noi usando gessetti ad olio!

http://www.slideshare.net/emiliapeatini/pablo-picasso-ci-ispira