lunedì 19 aprile 2010

Dall'Istria all'Italia

Displaced people (3)

Venerdì 16 aprile, abbiamo ricevuto la visita della signora Giuseppina Mirabile che, raccontandoci la storia della sua vita, ha portato una testimonianza per il nostro progetto:
"Famiglie in movimento tra il XX e il XXI secolo.Giuseppina è nata nel 1937 in Sicilia. Quando era piccolissima, il pastificio dove lavorava il padre prese fuoco, quindi non avendo più lavoro, il padre portò la famiglia a Fiume
dove viveva già un fratello, sperando di trovare una nuova occupazione. Fiume è una città nel porto del Quarnaro, in Istria, oggi Croazia. Allora era una città italiana. Nel 1940 l'Italia entra in guerra. Il padre di Giuseppina deve partire per la sua destinazione; la madre, per guadagnare qualcosa, accetta un lavoro come assistente in una colonia
per bambini a rischio tubercolosi. Così Giuseppina trascorre alcuni anni in colonia. Quando cominciarono i bombardamenti su Fiume, che era un porto importante, gli abitanti
erano più protetti rispetto a quanto stava succedendo a Treviso, perchè la città si sviluppa lungo i fianchi della montagna e i rifugi erano stati costruiti dentro la roccia. Quando la guerra si concluse, Fiume non era più una città italiana ma iugoslava. La Iugoslavia era uno Stato creato dopo la guerra che comprendeva tante nazioni. Furono dettate delle leggi: tutti coloro che desideravano rimanere dovevano avere la cittadinanza croata, parlare quella lingua e dimenticare la cultura italiana. La famiglia decise allora di lasciare Fiume e di tornare in Italia.
Primadipartire dovevano dichiarare cosa avrebbero portato con sè ,veniva un titino che controlava cosa avrebbero portato. Partirono con il treno ed arrivarono a Trieste dove dovettero scendere e trovarono un passaggio sopra un camion che li portò fino a destinazione.
Qui trovarono ospitalità nella casa di un ragazzo che li diede in affito due camere e la cucina.
In quella casa stavano stretti stretti e la sua famiglia voleva una casa solo per loro.
Trovarono una casa a San Lazzaro. La bambina a scuola non si sentiva a proprio agio e la prendevano in giro per il suo accento croato. Gli esuli non si sentivano accettati a Treviso: molti pensavano che avrebbero portato via le case ed il lavoro.Alle famiglie profughe, la scuola donava un pò di denaro come aiuto.

La testimonianza di nonna Pina:

2 commenti:

  1. Che bella storia che ci ha raccontato nona Pina.
    Beatrice

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  2. E' stata davvero una bella esperienza ascoltare la testimonianza di nonna Giuseppina Mirabile.Commovente, anche.
    Erica

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